Acción Romantica – Tanti auguri Pantegana Bionda
La rubrica di Stefano Mazzi: "Perché gli interisti sono gli ultimi dei romantici"“Per me è stata come un sogno. Dopo aver giocato in una squadra come lo Stoccarda, che non era al livello dell’Inter, come immagine, come società. Per me è stata una sensazione bellissima. È stata per me una scuola importantissima per tutta la vita, dovevo imparare a prendere le persone come sono. Gli italiani chiaramente sono diversi dai tedeschi. Questa scuola che ho fatto per tre anni è rimasta all’interno di me. Dopo ero capace di andare in qualsiasi posto del mondo, improvvisare, adattarmi a qualsiasi mentalità. Ho fatto questo primo passo importantissimo, una specie di università della vita qui a Milano. Tutti i passaggi erano importantissimi per capire la vita. Ogni trasferta che ho potuto fare con l’Inter è stata una trasferta di scuola per conoscere le città italiane, altre persone, un altro tipo di vivere. È stato molto più importante quello che succedeva fuori dal campo, anche se era il campo a pagarci lo stipendio”.
Se solo fosse nato a metà del 1700, nessuno avrebbe sentito parlare di Lady Oscar. E invece è andata diversamente. Nel suo destino c’erano scritte altre battaglie. Altre imprese. Per lui non era prevista la presa della Bastiglia, bensì la conquista della Coppa Uefa 1991. Jürgen Klinsmann è stato per noi interisti la punta di diamante di una squadra formidabile. Il condottiero di mille avventure che con quella sua capigliatura color platino San Siro riusciva a distinguere anche dal nuovissimo, all’epoca, terzo anello. Con la “Pantegana Bionda”, nomignolo affibbiandogli da una fantastica Gialappa’s Band anni ‘90, abbiamo vissuto notti magiche. Fu suo, per esempio, il gol che diede via all’assurda rimonta contro l’Aston Villa in quella meravigliosa notte di ottobre del 1990 che valeva l’accesso agli ottavi di Uefa, dopo il 2-0 dell’andata a Londra targata Nielsen e Platt. Era l’Inter dei tedeschi, con Lothar Matthaus a illuminare in mezzo al campo, e Andy Brehme a recintare la fascia sinistra e fissare cartelli con su scritto “Proprietà Privata”.
Indimenticabile la sforbiciata contro l’Atalanta su cross di Serena, la cavalcata solitaria che valse il 2-0 contro la Juve nel 1989. La meraviglia contro la Roma nel febbraio del 1990. I quintali di pasta al pomodoro mangiati alla Pinetina, perché la cucina italiana una volta che la conosci, non la lasci più. Proprio come l’Inter fa con le sue leggende. Sempre. Nessuno escluso. Tanti auguri Jürgen.
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