CHE FINE HA FATTO – Adriano, l’imperatore dal mancino illegale
61° appuntamento con la rubrica settimanale di Passioneinter.com“Che fine ha fatto” è la rubrica settimanale di Passioneinter.com che tratterà i vari giocatori transitati in nerazzurro che sono poi finiti nel dimenticatoio, raccontando come è proseguita la loro carriera una volta andati via dall’Inter.
Oggi è il turno di Adriano, l’Imperatore brasiliano che fece impazzire i tifosi interisti prima di sprofondare nel tunnel dell’alcol.
La storia di Adriano con l’Inter parte da lontano, nel lontano 2001, quando Massimo Moratti decide di acquistarlo all’età di 19 anni dal Flamengo dopo la cessione del deludente Vampeta. Già nel pre-campionato il giovane brasiliano fa intravedere grandi qualità segnando all’esordio contro il Real Madrid grazie ad una sassata terrificante su calcio di punizione. In assenza di Ronaldo, alle prese con un infortunio, Adriano trova spazio anche nelle prime gare di campionato, realizzando già alla seconda di campionato il gol decisivo del 2-1 che regala la vittoria contro il Venezia. Dopo il ritorno del Fenomeno Ronaldo, Adriano finisce inevitabilmente dietro nelle gerarchie, ma la dirigenza nerazzurra sa bene di avere tra le mani una pepita, e decide di mandarlo in prestito per farlo maturare.
PARMA E FIORENTINA – Ceduto in prestito alla Fiorentina insieme ad Anselmo Robbiati nel gennaio 2002, Adriano con la Viola trova subito spazio, e disputa una buona seconda parte di stagione siglando 6 reti in 15 presenze, ma l’esperienza fiorentina si conclude con l’amara retrocessione del club dei Della Valle. La stagione successiva l’Inter decide di cederlo nuovamente in prestito, questa volta al Parma, dove resta per 2 anni consacrandosi definitivamente tra i migliori attaccanti della Serie A. Formando insieme ad Adrian Mutu una coppia d’attacco formidabile, i due trascinano a suon di reti il club emiliano ad un’insperata qualificazione in Coppa UEFA nel 2004. Dopo due stagioni condite da 26 reti in 44 presenze, fa ritorno all’Inter per diventare finalmente protagonista in nerazzurro.
DALLA GLORIA AL DECLINO – Tornato all’Inter nell’estate del 2004, riceve viene subito responsabilizzato ricevendo la maglia numero 10 che fu di Baggio e Ronaldo. Fa il suo secondo debutto con l’Inter in gare ufficiali già a luglio, nei preliminari contro il Basilea in cui segna 3 reti in 2 partite, contribuendo alla qualificazione alla fase a gironi dell’Inter. Subito gol anche alla prima in Serie A contro il Chievo, ripetendosi anche nelle due partite successive di campionato, segnando contro l’Atalanta e il Palermo. Da sogno anche la prima della fase a gironi di Champions League, dove regala la vittoria all’Inter con una doppietta al Werder Brema. La prima stagione della sua seconda vita nerazzurra è esaltante, soprattutto in Champions League dove è decisivo agli ottavi una tripletta al Porto, che trascina l’Inter ai quarti di finale dove sarà poi sconfitta dai cugini del Milan. Decisivo anche in Coppa Italia, dove conquista il suo primo titolo con l’Inter segnando una doppietta in finale contro la Roma. Conclude la sua prima stagione con 28 reti siglate.
Anche la stagione 2005/06 si apre alla grande, Adriano è l’idolo dei suoi tifosi, che lo hanno soprannominato l’Imperatore, ma purtroppo è anche la stagione in cui viene colpito dal grande nemico che lo accompagnerà per tutta la sua carriera: la depressione. Solo anni dopo Adriano ha pubblicamente dichiarato essere dovuta alla morte del padre avvenuta l’anno precedente, che lo ha fatto affogare nell’alcol. I problemi iniziano ad arrivare nel febbraio 2006, quando Adriano inizia misteriosamente a non essere convocato, ufficialmente per problemi fisici. Il brasiliano sarà comunque presente nella doppia finale di Coppa Italia nuovamente contro la Roma vinta dai nerazzurri, ma è un lontano parente dell’Adriano che ha fatto impazzire i tifosi interisti nel primo anno e mezzo.
Nelle due stagioni successive tutta l’Inter cerca di aiutare il suo Imperatore, dal presidente Moratti, che gli ha sempre voluto bene come un figlio, ai compagni di squadra, ma senza risultati. Adriano salta diverse partite, ma anche quando è in campo è evidentemente un’altra persona, il viso è spento, e nel gennaio 2008 Moratti decide di mandarlo in prestito al San Paolo, nel suo Brasile, nel vano tentativo di fargli ritrovare il sorriso. Il prestito fu positivo, Adriano ritrova un ottimo stato di forma e segna 17 reti con il San Paolo, facendo ritorno all’Inter nel 2009, sotto la guida di Josè Mourinho. Con il portoghese Adriano torna a offrire buone prestazioni, ma viene spesso lasciato fuori squadra per motivi disciplinari e per squalifiche, come le 3 giornate per aver dato un pugno a Gastaldello. L’avventura all’Inter si conclude improvvisamente nell’aprile del 2009, quando torna in Brasile per la sua Nazionale senza però fare ritorno a Milano. In quel momento il club nerazzurro opta per la rescissione del contratto.
FLAMENGO E RITORNO IN ITALIA – Una volta ottenuta la rescissione contrattuale con l’Inter, firma con il Flamengo, ripartendo dal club che lo lanciò nel calcio dei grandi. Dopo due stagioni ad alti livelli in cui segna 34 reti, decide di fare ritorno in Serie A, accettando la corte della Roma nell’estate del 2010. Debutta con il club capitolino proprio contro l’Inter, in finale di Supercoppa Italiana dove a vincere sono i nerazzurri di Rafa Benitez freschi di Triplete, ma già dalle prime partite l’ex Imperatore mostra una forma fisica imbarazzante, evidentemente appesantito. I primi sei mesi da giocatore giallorosso sono tempestati da infortuni, e nel marzo 2011 rescinde il contratto con la Roma, e fa ritorno in Brasile, questa volta al Corinthians.
LO STOP, IL RITORNO E IL DEFINITIVO ADDIO – Viene annunciato dal Corinthians il 28 marzo, ricevendo la maglia numero 10, ma già il mese dopo è costretto a fermarsi ai box per l’ennesimo infortunio: rottura del tendine d’achille. Nonostante il club gli impone 5 mesi di stop assoluto, durante la convalescenza viene sorpreso a ballare ubriaco in un locale togliendosi lo stivaletto ortopedico. Si ripresenta l’estate successiva agli allenamenti con un peso di 110kg, e una forma atletica al di sotto anche del 20%. Durante la stagione viene utilizzato con il contagocce dal tecnico, e segna la miseria di 2 reti in 8 partite. Stufo dei suoi comportamenti sempre sopra le righe, rescinde poi il contratto con il Corinthians. Dopo la rescissione, firma con il Flamengo, ma prima ancora di esordire con la nuova maglia annuncia di voler lasciare il calcio. Cambia idea due anni dopo, firmando con l’Atletico Parainense, ma ormai di Adriano resta solo il nome, e viene messo fuori squadra dopo pochi mesi perchè non si presenta agli allenamenti. Dopo un nuovo anno di stop tenta nuovamente il ritorno, questa volta in America, al Miami, ma dopo l’ennesimo fallimento decide di lasciare definitivamente il calcio giocato.
Terminata la carriera da calciatore, nel 2019 ha accettato di fare l’attore in un documentario sulla sua vita, che uscirà nel 2020.
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