ESCLUSIVA – Orsi celebra Conte: “E’ il top, acquisto incredibile: l’Inter ora alza l’asticella. Icardi? Mai visto casi così clamorosi”
L'ex calciatore è stato il vice di Mancini in nerazzurro dal 2004 al 2007L’Inter, dopo una stagione travagliata, è tornata in Champions League per il secondo anno consecutivo. La dirigenza ha deciso però di cambiare aria, consegnando le chiavi della guida da tecnica ad un profilo di assoluto spessore, ovvero ad Antonio Conte. Noi di Passioneinter.com, abbiamo intervistato Fernando Orsi, ex portiere e vice di Roberto Mancini alla Beneamata, con il quale abbiamo tracciato un bilancio sulla stagione appena conclusa, parlando ovviamente anche del futuro nerazzurro. I temi toccati sono stati molteplici: dal cambio in panchina, ai vari casi scoppiati, senza dimenticare la sua esperienza interista. Di seguito l’intervista.
Con Antonio Conte all’Inter si apre una nuova era?
“Arriva un grande allenatore, le intenzioni di Suning sono quelle di accorciare il gap con la Juventus. La sua assunzione è un messaggio che va in questa direzione. Ora bisognerà ricostruire una squadra e risolvere i tanti problemi all’interno di uno spogliatoio. Il primo tassello però del tecnico è stato trovato, ed è un acquisto incredibile. L’Inter riparte da Conte”.
Qual è il suo il bilancio personale sulla stagione nerazzurra e sul biennio di Spalletti?
“Spalletti ha raggiunto gli obiettivi che l’Inter gli aveva chiesto, l’ha riportata stabilmente nel calcio che conta, ovvero in Champions League. Sono stati due anni sofferti, perché in entrambi ci si è arrivati nell’ultima giornata di campionato. Si poteva prospettare un finale più tranquillo in questa annata. Il biennio non è stato esaltante, ci sono modi e modi per raggiungere gli obiettivi. Quello dell’Inter è stato molto faticoso, poteva essere più semplice. Spalletti è un grande allenatore di campo che sa allenare bene le squadre, ma poi quando si vengono a creare situazioni che non riesce a gestire, diventa un problema che si riflette anche sul campo. L’obiettivo tecnico è stato raggiunto, dal punto di vista gestionale ho qualche dubbio”.
Che ricordi ha della sua esperienza alla Beneamata?
“E’ stata un’esperienza meravigliosa, è un ambiente straordinario. Chiunque sia andato all’Inter anche solo per un minuto, si è impossessato della storia di questo club, che si difficilmente si dimentica. E’ stato un privilegio che porterò sempre nel cuore”.
E’ normale vedere in un club così importante molte dinamiche e casi in una singola stagione? Da Nainggolan a Icardi, senza tralasciare Perisic. Quali possono essere i motivi?
“I motivi non li so, nessuno può sapere cosa accade realmente all’interno di uno spogliatoio. Ci sono stati troppi problemi che hanno inciso anche sul risultato tecnico. L’Inter con Marotta dovrà cercare di risolvere tutte le varie questioni ambientali. Conte è diverso caratterialmente da Spalletti ed è in grande sintonia con l’amministratore delegato che lo ha voluto. Il pugliese può ovviare questi aspetti. Va comunque detto che, queste vicissitudini, non sono facili da sistemare. Non so se Icardi andrà via, se ci sarà Perisic. Sono i giocatori che decidono certe cose, quando vogliono andare via per forza si impuntano. Sarà un estate bollente, sono curioso di come andrà a finire. L’Inter ha calciatori di grande spessore, ma non sono sicuro che facciano al caso del muovo tecnico”.
Nella sua esperienza interista, è capitato qualche caso simile a quelli di quest’anno?
“Così clamorosi no. Quando si toglie la fascia di capitano nel mezzo di una stagione, è eclatante, e significa che è successo qualcosa di importante”.
Tracciamo un parallelismo, con le dovute proporzioni. L’esonero di Spalletti, le ricorda quello di Mancini? Entrambi hanno raggiunto degli obiettivi, ma non c’è stata la riconferma…
“Mancini forse – dopo un lungo matrimonio – aveva percepito che si era esaurito il rapporto con il club. Non a caso poi arrivò Mourinho. Erano temi diversi, gli obiettivi erano differenti. Spalletti è un allenatore italiano molto bravo, Conte a livello europeo è uno dei migliori. Il messaggio che vuole mandare l’Inter è proprio questo: con uno dei migliori al mondo, si alza l’asticella. Ribadisco, Spalletti è un grande allenatore, la dirigenza ha però reputato Conte migliore. al fine di aumentare il livello”.
Punterebbe per la prossima stagione su Mauro Icardi?
“E’ uno dei più bravi, non si fanno tutti quei gol per caso. E’ un centravanti vecchio stampo, quando si butta una palla in area, la concretizza. Se durante un’annata si creano tutte queste vicende extra campo, è ovvio che il rendimento tecnico e psicologico ne risente. E’ stato fuori molte partite, e quando un calciatore torna da una lunga assenza, è come se rientrasse da un lungo infortunio. Ci punterei? Mi piace tantissimo, è un grande attaccante. Se gli costruisci una squadra intorno, ti risolve le partite. Può piacere o non piacere, segnare a San Siro però significa avere carattere. Magari può aiutare poco la squadra e partecipare poco alla manovra. La storia del calcio ci insegna che giocatori che vivono per il gol hanno scritto pagine importanti. In questo calcio si giudica il calciatore da quello che succede fuori, dimenticandoci quello che si è fatto in campo. Lautaro durante l’assenza del numero nove ha fatto anche delle buone cose, ma Icardi è Icardi”.
Capitolo Nazionale. Lei che conosce alla perfezione Roberto Mancini, quali giovani nerazzurri potrebbero recitare un ruolo importante con gli azzurri?
“Mancini sta scandagliando vari giovani anche se qualcuno ha giocato poco, al fine di valutare il grado di maturità tecnica e la personalità. Quando sceglierà seriamente, penso che punterà su calciatori che hanno totalizzato un minutaggio notevole in stagione. Attenzione però, perché valorizza le giovani promesse, tirando fuori sempre qualcosa di importante. Non voglio parlare nuovamente di Zaniolo, ma non se ne è accorto nessuno, neanche Virtus Entella e Fiorentina. Non è colpa dell’Inter. Alla Roma è venuto fuori, a volte dipende molto dal contesto e dall’ambiente”.
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