FOCUS – Bergamo e la Cina: così lontane e così vicine
Il calcio riesce nell'impresa di far avvicinare due posti lontanissimi: Bergamo e la Cina. In casa Inter è tempo di svolte, sia dentro che fuori dal campo.Ci sono delle giornate che nascono storte e che finiscono peggio: guardando Inter-Sassuolo, la netta sensazione avuta sin dai primi minuti di gioco era quella di trovarsi di fronte ad una di quelle giornate. La doppia incredibile occasione fallita da Icardi e Ljajic doveva rappresentare un fortissimo campanello d’allarme, il segnale di un lunch-match assolutamente sfortunato per i colori nerazzurri.
Avete letto bene, “sfortunato”: se infatti sfogliando le pagine dei giornali e navigando sui siti internet dell’universo pallonaro, sembrava quasi che i 39 punti conquistati fossero soltanto frutto di tanto “culo”, la sfida contro la formazione guidata da Di Francesco ha smentito queste fantasiose ricostruzioni. Si è conclusa con un risultato del tutto bugiardo, condannando l’Inter ad una sconfitta immeritata. La porta del Sassuolo è stata presa d’assalto, Consigli si è trasformato in Superman, parando qualsiasi cosa si aggirasse nei pressi della sua area piccola, e nel finale è arrivata la beffa. Una beffa che poteva essere evitata, così come si poteva evitare di perdere contro la Lazio. Due sconfitte che sarebbero potute tranquillamente essere due pareggi e che costringono Mancini a ripetere alla squadra un mantra tanto semplice, quanto importante: se non si riesce a vincere, dopo averci provato con tutte le proprie forze, ci si deve accontentare di non perdere. In un campionato equilibrato come quello che stiamo vivendo, anche un punto in più o un punto in meno alla resa dei conti può fare la differenza, e dunque certe ingenuità non devono essere commesse.
Ora l’imperativo è quello di ripartire e di farlo da Bergamo, contro un’Atalanta in crisi nera, reduce da 4 sconfitte consecutive in campionato. Quella all’Azzurri d’Italia è notoriamente una trasferta ostica per la Beneamata, raramente si riesce a vincere e raramente lo si fa in modo ampio. L’anno scorso andò in scena l’eccezione che conferma la regola: grazie ad un Guarin in formato monstre, autore di una doppietta e di una prestazione assolutamente straordinaria – forse la miglior partita disputata con la maglia dell’Inter – la formazione guidata da Mancini riuscì ad espugnare lo stadio di Bergamo con un perentorio 4-1.
Per uno strano scherzo del destino però, Guarin e l’Atalanta torneranno ad incrociarsi in modo particolare: quella di Bergamo proprio contro la sua “amata” Atalanta potrebbe essere l’ultima recita in nerazzurro dell’ex calciatore del Porto.
In queste ore dalla Cina è in arrivo un’offerta (quasi) irrinunciabile per Guarin: 7,5 milioni per quattro anni al calciatore ed un ricco bonifico di quasi 20 milioni per l’Inter. Una manna dal cielo per le casse nerazzurre, una specie di miracolo sportivo che per realizzarsi concretamente manca di un tassello fondamentale: il sì del colombiano.
Inutile girarci intorno, l’eventuale cessione di Guarin sancirebbe di fatto l’inizio del mercato interista, fin qui assolutamente fermo per le mancate cessioni degli altri elementi in esubero. L’addio del centrocampista ex Porto potrebbe dunque rappresentare una vera e propria svolta non solo per il mercato, ma per l’intera stagione della Beneamata. Poter contare su 20 milioni (o poco meno) da reinvestire per potenziare la rosa, darebbe ad Ausilio la possibilità di puntellare la squadra, andando ad individuare quegli elementi in grado di far compiere all’Inter l’ulteriore salto di qualità del quale ha assolutamente bisogno.
Prima però di domandarci come potrebbero essere investiti i soldi incassati dalla cessione del colombiano, si deve aspettare la decisione del Guaro, nella speranza che quest’ultima arrivi in tempi brevi e sia positiva per il club cinese.
In queste ore buona parte del tifo nerazzurro è in trepidante attesa, nella speranza che il centrocampista possa convincersi ad accettare la destinazione orientale. Augurarsi la partenza di Guarin non significa mancargli di rispetto, ma avere a cuore le sorti dell’Inter. Cedere oggi il colombiano a quelle cifre, in scadenza di contratto nel 2017, alla soglia dei trent’anni e con un ingaggio pesante, significherebbe concludere una delle migliori operazioni in uscita dell’ultimo decennio.
Bergamo e la Cina dunque rappresentano due snodi cruciali della nostra stagione, due posti tanto lontani quanto vicini nei pensieri dei tifosi. E’ tempo di svolte in casa Inter, dentro e fuori dal campo. Perdonaci Guaro, con affetto, ma noi tifiamo Inter…