Inter, il campionato in numeri: stessi punti dell’anno del Triplete. E le punizioni continuano a restare tabu

Secondo posto, 82 punti, 81 gol fatti, 24 vittorie: la prima stagione di Conte all’Inter si chiude così, con un processo di crescita che non sempre è stato lineare, che a volte ha fatto anche discutere, ma che sicuramente può rifugiarsi nella lettura e nell’analisi dei numeri: mai così tanti punti nel 2010, accesso matematico ai primi quattro posti conquistato con più giornate di anticipo e tanti altri spunti interessanti descritti con l’aiuto della statistica.

PERICOLOSITÀ – Una stagione sicuramente sui generis quella 2019/20 che, per essere capita a fondo, dovrebbe essere divisa quantomeno in due tranche, una pre e l’altra post covid: se nella prima parte di campionato i nerazzurri dovevano ancora trovare una dimensione definitiva, complice anche il difficile girone di Champions, nella seconda parte hanno creato più di tutti, risultando primi sia nella classifica relativa all’indice di pericolosità, più volte citata dallo stesso Conte, sia in quella degli expected goals, staccando anche in maniera abbondante la Juve seconda e il terzo Milan, squadra più sorprendente della seconda metà del torneo.

PUNTI ATTESI, PIÙ DELLA JUVE – Il dato degli expected goals trova uno spunto di lettura ancora più interessante se riversato in quello degli expected points, ovvero i punti “attesi”, quelli che una squadra dovrebbe avere in base alle sue occasioni create nelle 38 partite: considerando tutto l’anno l’Inter risulta avere un punteggio superiore a quello della Juventus campione d’Italia , anche se i 75 xP non bastano alla squadra di Conte per risultare prima, staccati di poco proprio dall’altra squadra nerazzurra, l’Atalanta di Gasperini, che ha confermato la qualificazione in Champions conquistata lo scorso anno ma che, proprio contro l’Inter, ha subito uno dei pochi passi falsi della sua fantastica annata, perdendo con due reti di scarto.

GOL UNIFORMI – Quasi del tutto uniforme l’andamento dei gol segnati nell’arco dei 90 minuti: 11 le reti messe a segno nel primo quarto d’ora, 14 dal 15esimo al 30esimo e 14 negli ultimi 15 minuti del primo tempo. 15, 14 e 13 è invece la distribuzione nelle seconde frazioni.

POCHE SCONFITTE – Il dato sui punti realizzati è tale anche grazie alle poche sconfitte raccolte dalla squadra: così poche, solo 4, veramente non si vedevano dagli anni d’oro di Mancini e Mourinho. L’Inter inoltre è anche la squadra che ha perso di meno in Serie A, davanti ad Atalanta, Juve e Lazio,  non a caso proprio le squadre che hanno centrato il piazzamento Champions.

MALEDETTE PUNIZIONI – Zero sono i gol nerazzurri prodotti da un calcio di punizione diretto, un handicap che l’Inter si porta dietro da diversi anni e che, alla lunga, favorisce ad ampliare quel gap di punti con le altre squadre che, proprio da queste situazioni, riescono a portare a casa punti pesanti in classifica.

PARTENZA, NON TRAGUARDO – Le analisi statistiche parlano di un miglioramento rispetto alle altre annate ma che ancora non ha prodotto però la vittoria di un titolo in Italia; questi step statistici devono essere visti, dunque, come un punto di partenza e non di arrivo, una base su cui poter costruire la squadra del futuro, provando a migliorare quel che non ha funzionato.

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Alberto Brusadelli

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