FOCUS – Cala il sipario sul terzo posto: un film già visto, ma non si può vivere di sola Champions
Dopo la sconfitta rimediata contro il Torino, l'Inter ha detto addio al terzo posto, concludendo di fatto la sua stagione. La Champions League però non può diventare l'unica base su cui programmare il futuro, cerchiamo di capire il perché.Diciamocelo francamente, senza giri di parole: sembra di rivivere un film già visto troppe volte. Dopo la pesante sconfitta rimediata in casa contro il Torino, l’Inter può considerare di fatto conclusa la propria stagione, almeno per quanto riguarda gli obiettivi che la società si era prefissata di raggiungere in questo campionato: vale a dire la qualificazione alla prossima edizione della Champions League.
Con l’obiettivo terzo posto ormai sfumato, ci sarebbe da conquistare il quarto posto, traguardo che darebbe all’Inter quantomeno la certezza di non dover disputare il doppio preliminare di Europa League, qualificandosi direttamente a quella che una volta veniva chiamata Coppa Uefa.
Dunque “puntiamo al quarto posto” potrebbero esclamare alcuni, “la stagione non è finita” ripeterebbero altri. La realtà però è un’altra: contendere il quarto/quinto posto alla Fiorentina non può essere un obiettivo che toglie il sonno ai tifosi nerazzurri e a tutti coloro che hanno a cuore le sorti della Beneamata.
Se infatti da un lato non si deve perdere il contatto con la realtà, dall’altro non ci si può accontentare di continuare a lottare per posizioni che fino ad alcuni anni fa sarebbero state considerate altamente fallimentari. Siamo l’Inter ed un giorno, vicino o lontano, dovremo tornare a ricordacelo.
L’Inter non ha il dovere di vincere, lo dice la sua storia, ma ha quello di competere, di scrivere il suo nome con continuità nella lista delle partecipanti alla massima competizione continentale. Per farlo però, non bastano proclami o buoni propositi, serve costruire una squadra competitiva, altamente competitiva.
Da quando l’Italia ha visto ridursi il numero di partecipanti alla Champions League da 4 a 3, le possibilità di qualificarsi si sono ridotte in maniera sensibile, ben al di là del singolo posto in meno a disposizione. Non è possibile dunque continuare a programmare il futuro sempre e solo sulla base della qualificazione nell’Europa che conta: le variabili in gioco sono troppe e non tutte controllabili. Juventus, Napoli e Roma non sembrano dare segni di cedimento, anzi, il loro progetto appare in crescita e quindi, per riuscire a piazzarsi sul podio con continuità, serve programmare tutto alla perfezione, con pochissimi margini di errore.
Assodata dunque l’impossibilità di farlo, o quantomeno la difficoltà nel fondare l’intero progetto sportivo sulla sola qualificazione alla Champions, urge trovare delle strade alternative: ad esempio una sponsorizzazione importante o l’ingresso nel club di nuovi soci.
Di certo occorrerà cambiare strategia, inventarsi qualcosa di nuovo, pescare il jolly: finora infatti, nonostante le buone intenzioni mostrate, l’unica cosa davvero continua nel mondo Inter è stata la mediocrità di risultati.
Siamo finiti in un tunnel dal quale non riusciamo ad uscire e ricominciare ogni anno da zero o quasi non ci aiuterà a ritrovare la bussola per orientarci. Terminare ogni stagione con mesi di anticipo rispetto all’ultima giornata di campionato, può avere anche dei vantaggi: si può programmare con calma la stagione successiva, cercando di non lasciare nulla al caso. La speranza è che la società sfrutti questo minimo vantaggio per capire finalmente la direzione da intraprendere, senza dover ogni volta costruire qualcosa, salvo poi raderlo al suolo e ricostruirlo daccapo. Le altre società non aspetteranno l’Inter, non si gireranno più indietro: è arrivato il momento di tornare a correre e di farlo velocemente.