FOCUS – Dall’Indonesia alla Cina, alla ricerca della vera Inter
E' stata una settimana storica per l'Inter: Zhang Jindong ha acquistato la maggioranza del club ed ora punta a far ritornare l'Inter ai vertici. Riparte l'ottovolante nerazzurro, con un bagaglio carico di ambizioni.Il 23 maggio 2010, all’indomani della vittoria della Champions League, i tifosi interisti stavano vivendo un sogno. Nessuno poteva immaginare che la conquista della coppa dalle grandi orecchie avrebbe significato anche l’inizio del declino. Da quel momento in poi, l’Inter ha vissuto su un ottovolante, alla ricerca della strada perduta.
Gli ultimi anni della gestione Moratti sono stati assolutamente drammatici dal punto di vista sportivo. In poche stagioni il Presidente è riuscito a scolorire nella mente dei tifosi i tanti successi ottenuti in passato, lasciando spazio alla frustrazione di un presente ormai non più all’altezza dell’Inter. Si è dunque trovato nelle condizioni di dover cedere, quasi costretto dagli eventi e dal volere della piazza. In quel momento si è fatto largo Erick Thohir e al termine di una lunga trattativa, il matrimonio si è concluso, con il magnate indonesiano che ha acquistato la maggioranza del club di Corso Vittorio Emanuele.
L’arrivo della nuova proprietà ha risvegliato l’entusiasmo della piazza, ha ridato speranza ad una tifoseria che si stava quasi assuefacendo alla mediocrità, con l’obiettivo di tornare nuovamente ai vertici del calcio italiano.
Alle parole di Thohir però non sono seguiti i fatti, o almeno non completamente. Al magnate indonesiano va sicuramente riconosciuto il merito di aver riportato all’Inter un nuovo modello gestionale, un’organizzazione societaria chiara, con una dirigenza, almeno sulla carta, capace. Insomma ha gestito l’Inter non più come un affare di famiglia, bensì come un’azienda.
La situazione ereditata da Thohir non era certo delle più semplici e questo, per onestà intellettuale, gli va riconosciuto: la spada di Damocle del Fair Play finanziario ha cominciato ad essere puntata sulla testa dell’Inter a partire dalla scorsa estate, limitando di molto quel che poteva essere fatto in sede di campagna acquisti. La sensazione però, è che Thohir nel corso della sua presidenza abbia dato troppa poca importanza all’aspetto sportivo, concentrandosi quasi solo su quello societario.
Per poter rilanciare un club, qualsiasi esso sia, non si può fare a meno di attribuire una grande importanza ai risultati sportivi: solo attraverso quelli, o almeno soprattutto, si possono aumentare i ricavi del club, innescando una spirale positiva. Basti infatti notare come, nonostante il fior fiore di dirigenti arrivati nella Milano nerazzurra, i ricavi rispetto alla gestione Moratti sono aumentati di poco.
E’ mancata l’ambizione, la voglia di riportare l’Inter dove meritava e merita di stare. Che abbia fatto quello che ha potuto o voluto, non sta a noi giudicarlo, ma di certo Thohir ha capito in tempo che era arrivato il momento di passare la mano.
Ha ceduto la società a Zhang Jindong, proprietario del Suning Group, colosso cinese, regalando all’Inter la possibilità di vivere un futuro migliore, di riprendere il viaggio su quel famoso ottovolante che da anni cerca di riportarci in alto, nel posto che la nostra Inter merita.
La speranza è che il nuovo proprietario della Beneamata dimostri con i fatti l’intenzione di far tornare l’Inter competitiva, consentendoci di lasciare alle spalle questi anni bui. L’ottovolante è pronto a ripartire: l’Indonesia è solo un ricordo, ora si guarda alla Cina con un bagaglio pieno di ambizione, quella che forse è mancata negli anni della Presidenza Thohir.