La crisi di rendimento, il mercato, il caso Icardi. Poi la svolta: Ivan Perisic è tornato “terribile”?
Nell'ultimo mese le prestazioni del croato hanno avuto un netto cambiamento, che i tifosi nerazzurri sperano resista fino a fine stagioneIvan Perisic è un giocatore che, quando vuole, sa essere incisivo in zona gol (anche per gli assist) e prezioso nei velocissimi ripiegamenti difensivi, caratteristica che trova il massimo gradimento di Luciano Spalletti. Quando il croato è “dentro” la partita è a tratti devastante, le sue progressioni sono difficili da contenere e quando parte bene col suo classico doppio passo molto spesso fa male agli avversari.
Il suo peggior difetto, però, è la mancanza di continuità. Ci sono periodi nelle sue stagioni all’Inter che vanno da uno a due mesi di buio completo, fatto di prestazioni sterili e poco incisive. Anche in questa stagione ha confermato questi cali, almeno finché nello spogliatoio nerazzurro non è esploso il caso legato a Mauro Icardi, con cui il croato è risaputo non aver mai avuto un rapporto ottimale. Da quel momento, Perisic sembra aver ritrovato la sua identità che lo aveva portato ad un passo dal Mondiale con la sua Croazia e che gli è valsa l’onoreficienza di Cavaliere dell’Ordine del Duca Branimir.
Forse è presto per parlare di rinascita, ma i numeri della prima parte di stagione di Ivan rapportati a quelli dell’ultimo mese fanno ben sperare i tifosi nerazzurri.
L’Inter è la squadra con cui Perisic ha segnato di più in carriera: con il gol di Firenze è arrivato a quota 36 gol (in 149 presenze), superando i 35 che aveva totalizzato nel Bruges in Belgio a fronte di 89 presenze. 36 anche gli assist, di gran lunga superiori ai 23 che aveva distribuito in Belgio con gli altri nerazzurri.
Da inizio stagione è sempre stato impiegato nel ruolo a lui più congeniale, quello di esterno alto di sinistra, tranne in due occasioni: alla seconda giornata in casa col Torino ha fatto il trequartista con Politano alle spalle di Icardi, mentre nella trasferta in casa della Roma è stato impiegato sulla corsia di destra. Fino ad inizio febbraio è sempre partito titolare ed ha saltato quattro gare (Frosinone, Empoli, il ritorno col Torino e i quarti di Coppa Italia con la Lazio) seduto in panca. In sole 4 occasioni è stato impiegato subentrando dalla panchina: all’esordio di Reggio Emilia con il Sassuolo (0-1), a Genova con la Sampdoria (1-0) ed in casa con Cagliari (2-0) ed Udinese (1-0). Cinque le volte in cui invece è stato sostituito: all’andata con la Fiorentina (dopo 88 minuti) da Gagliardini, nel derby col Milan (70′) da Keita Baldé, nel 5-0 col Genoa (76′) da Borja Valero, nel pareggio in casa della Roma (81′ da Lautaro Martínez) e nella sfida vinta di misura a San Siro con il Napoli (71′), nuovamente da Keita Baldé.
In questo lungo periodo il suo score in campionato è stato di 3 gol e 2 assist: alla seconda giornata gol nel 2-2 col Torino in casa, alla terza giornata gol e assist per il raddoppio di Candreva nel 3-0 di Bologna. Un mese all’asciutto poi assist per il goal vittoria di Icardi nella sfida casalinga con la Spal (2-1). Altri due mesi di buio poi gol nel pareggio di Verona con il Chievo (1-1). Ad ingrossare questi numeri vanno aggiunti i 3 assist nel 6-2 di Coppa Italia col Benevento (uno per Dalbert e due per Lautaro), mentre non gli giova il rendimento in Champions League: partito sempre titolare, non ha mai scritto il suo nome nel tabellino delle 6 partite del girone, se non per i gialli presi nelle due gare casalinghe contro Tottenham e Barcellona.
Dopo il gol con il Chievo sono passati quasi 2 mesi, è scoppiato il “caso Icardi” e da quando l’ex capitano si è di fatto autoescluso Perisic è tornato a farsi sentire in campo: ha piazzato l’assist per D’Ambrosio nella vittoria per 2-1 in casa con la Sampdoria (e si è preso anche un giallo), ha segnato dal dischetto nella trasferta di Firenze (3-3) e in Europa League ha fatto gol e assist (per Politano) nel ritorno dei sedicesimi a San Siro contro il Rapid Vienna (4-0).
Quale sia il motivo di questo improvviso risveglio non lo sapremo mai, ma possiamo fare delle supposizioni. Perisic a gennaio avrebbe voluto lasciare l’Inter per giocare in Premier League (un desiderio che del resto aveva già manifestato in passato), ma se la sua stagione dovesse concludersi con il rendimento dei primi 6 mesi difficilmente potrà trovare una squadra importante pronta ad investire su di lui, considerandone anche l’ingaggio. Meglio, quindi, darsi una svegliata e mettere da parte i capricci per cercare di guadagnarsi quello che potrebbe essere l’ultimo contratto importante della sua carriera. A noi piace pensarla così. E in fondo non ci dispiace vederlo riprendere con vigore chiunque faccia gesti scomodi portando le mani alle orecchie dopo un gol.
Non è mai stata colpa del modulo e nemmeno dell’allenatore: è solo questione di testa. Forza, Ivan, metti la freccia..