L’Intertinente – Cercasi maturità: Derby, Lazio e sicurezza, per la svolta
Una rubrica per rafforzare un concetto: l’impertinenza di essere nerazzurriSe uno svarione è comprensibile, due iniziano a diventare un indizio; dunque, si spera di scongiurare il terzo, che potrebbe essere una compromettente e schiacciante prova del fatto che le buone impressioni smistate dall’Inter – da fine agosto fino alla metà di dicembre – siano state soltanto estemporanee. Indubbiamente, la doppia caduta targata Udinese e Sassuolo lascia tramortiti per il risultato, più per come si sia sviluppata, dato che entrambe le gare sono state disputate con l’intensità e la pro-attività opportune, che in altre circostanze avrebbero sicuramente premiato Spalletti e compagnia.
Nonostante ciò – e premesso che ai friulani e agli emiliani vada riconosciuta tutta la reverenza possibile -, l’inammissibilità di perdere contro avversari di rango inferiore sovrasta persino l’evidenza di essere stati ad essi superiori e alla costante ricerca della vittoria anche in 180 minuti così nefasti. Senza contare, poi, che le inseguitrici abbiano (parzialmente) approfittato della circostanza: la Roma ha acciuffato i 3 punti contro il Cagliari di prepotenza, ma ha capitolato nella trasferta allo Stadium della Juventus – ove ha comunque offerto una prestazione discreta -, mentre la Lazio ha altrettanto garantito d’esserci, col pareggio nella Bergamo atalantina e con il perentorio 4-0 interno al Crotone.
Ovviamente, i cammini del Napoli e dei bianconeri guidati da Allegri interessano in maniera relativa all’Inter, benché qualcuno si fosse illuso di poter addirittura competere alla pari delle due corazzate. Perché questa tesi trovi riscontro, basta analizzare accuratamente le ultime due infauste uscite dell’Internazionale: un organico che, esattamente un anno fa, annaspava dietro la chimera di un posto utile per un preliminare di Champions League (!) – e che, nella sostanza, non ha mutato più di tanto la sua composizione nella scorsa sessione di mercato -, non può pretendere istantaneamente d’assomigliare ad una commistione perfetta di elementi e di strategie.
I sei volte scudettati e i brillanti folletti di Maurizio Sarri devono tornare ad essere tecnico-tatticamente un esempio da emulare, un traguardo da raggiungere, una vetta da scalare, piuttosto che una pretesa di concorrenza. Per quanto lo schieramento attento ed elaborato sfoggiato al San Paolo in ottobre e a Torino qualche settimana fa abbia impantanato due fra gli attacchi più granitici e rodati d’Europa, tuttavia questo è un preliminare spettro di efficacia della pianificazione spallettiana, che avrà comunque bisogno di molteplici revisioni prima di potersi livellare ad una dimensione da vertice.
Ecco, quindi, che il ventaglio delle antagoniste dell’Inter si riduce alle due formazioni della Capitale, che sembrano avere ancora qualcosa in più dei nerazzurri, almeno alla distanza: ad esempio, le individualità e le garanzie delle loro strutture nella metà campo, sono certificati di qualità, di dinamismo e di solidità. Tutte caratteristiche, queste, che Spalletti sta cercando di duplicare, avendo compreso quali siano la chiave della stabilità di rendimento e della continuità di buoni esiti. Da qui, presto si evince il totale equilibrio dell’attuale classifica, in cui le prime cinque posizioni si riducono ad uno striminzito differenziale di soli 4 punti, e dove i giallorossi e i biancocelesti hanno ancora entrambe una gara da recuperare.
Proprio da questa consapevolezza, l’Inter dovrà ripartire conscia che altri passaggi a vuoto non siano consentiti, a partire dalla qualificazione alla semifinale di Coppa Italia che la opporrà al Milan di Gattuso stasera, per una Stracittadina dai tratti decisivi. Sempre che (finalmente) lo voglia, l’esame di maturità è dietro l’angolo.
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GLI AUGURI DI NATALE NERAZZURRI SONO…INTERNAZIONALI!