L’INTERTINENTE – Lukaku e un anno da incorniciare: un 2020 nel segno di Romelu
Una rubrica per rafforzare un concetto: l’impertinenza di essere nerazzurriL’anno che si avvia alla conclusione è stato monopolizzato dalla persistenza del racconto del COVID-19 e delle sciagure ad esso conseguite; per cui, anche solo tentare di inquadrare il 2020 da una prospettiva diversa, rappresenterebbe uno sforzo vano, e l’unico augurio che riempirà la vigilia del 31 dicembre è che il venturo 2021 sia almeno più tenue del predecessore.
Fortuna che i dolorosi patimenti della pandemia siano stati talvolta (e molto sensibilmente) attenuati da fattori che, a tempi alterni, hanno distratto l’attenzione generale dai timori e dalle conseguenze del coronavirus. Per l’appunto, il Calcio è stato uno di quelli, in quanto catalizzatore di passione e leva d’aggregazione, oltre ad essere un potentissimo mezzo di socialità che neppure i contenimenti anti-contagio hanno corrotto, pur avendone ridimensionato le potenzialità. “L’ultima rappresentazione sacra del nostro tempo”, per scomodare il geniale Pier Paolo Pasolini.
Praticamente, le storie del Pallone sono la fuga dalla realtà di prendersi troppo sul serio, e si differenziano per la capacità di stupire e di sorprendere a colpi di semplicità e di leggerezza. Per alcuni dei loro protagonisti, il 2020 è stato inverosimilmente portatore di una proficuità mai vista prima: è il caso soprattutto di Romelu Lukaku, il gigante fiammingo che con un profilo basso ma zeppo di gol, carisma, e fatti, si è aggraziato il pianeta Inter e n’è divenuto il guardiano dei sogni e il paladino dell’onore.
Durante l’intero anno solare, Big Rom non soltanto ha annullato i dubbi sul suo acquisto – la cui cifra fu giudicata troppo dispendiosa un anno e mezzo fa, ed ora nemmeno il doppio di quella basterebbe per aggiudicarselo -, ma ha addirittura zittito chi insinuava che la partenza di Mauro Icardi sarebbe stata rimpianta.
Il monumentale Romelu ha messo tutti d’accordo con prestazioni altisonanti, volate imbarazzanti, spallate annichilenti, e reti d’autore, citando unicamente ciò che risalta di più agli occhi dei pratici, perché se menzionassimo il contributo caratteriale ed emotivo del colosso col numero 9, non basterebbero saggi sulla psicologia applicata e sulla sociologia del lavoro.
Ben al di là alla valanga di marcature siglate – 35 tuoni, uno più fragoroso dell’altro -, il 2020 ha mostrato la grande determinazione di Lukaku di irrompere nel cuore dei tifosi nerazzurri a ritmo di lavoro, sudore, e prima di tutto spirito di appartenenza, che l’hanno forgiato come leader riconosciuto e legittimato e mattatore di talento e temperamento.
Sostanzialmente, il prototipo dell’attaccante e dell’uomo squadra che l’Inter da tempo cercava – nonostante si fosse illusa per alcuni anni di averlo già in casa -, e del quale le nuove strutturazioni societarie e tecniche hanno favorito l’approdo. Insomma, un 2020 da incorniciare per Romelu e a cui si augura di dar seguito anche nei 12 mesi a venire: per la felicità e la serenità del NeroBlu.
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