27 Aprile 2019

L’Intertinente – Tradizione, rilancio, e Storia: quanto dista l’Inter dalla Juventus?

Una rubrica per rafforzare un concetto: l’impertinenza di essere nerazzurri

Permettendo al romanticismo di pervaderci e stroncando almeno per un istante la smania di conteggi e calcoli, non v’è dubbio che l’appuntamento alla Juventus non si contraddistingua soltanto come la canonicità di un evento imposto dalla ciclicità di un calendario stagionale: affrontare l’aitanza, il blasone, la prosopopea della Vecchia Signora è innanzitutto un guanto di sfida lanciato al potere, è un sussulto di eversione contro la borghesia del Calcio, è un inno della resistenza alla élite da parte della cultura popolare del Pallone. Ancora più assolutisticamente, fronteggiare la Juventus è una cerimonia alla tradizione che si appaia al desiderio di rovesciare i pronostici abbattendo la casta padronale.

Dunque, a fronte del suo valore letterario, l’incontro di questa sera non può che assumere questi contorni, soprattutto perché la classifica pretende più dall’Inter che non dai bianconeri. Infatti, l’armata di Massimiliano Allegri è già sicura dell’ titolo consecutivo, e quindi San Siro potrebbe fungere da passerella di gala per ostentare la confermazione di un primato che dura da quasi un decennio, anche nei riguardi dell’Internazionale; nel versante opposto, invece, la posta in gioco per gli scudieri di Luciano Spalletti equivale ad un’ipoteca sulla riconferma della partecipazione alla Champions League del prossimo anno, soprattutto da un punto di vista psico-emotivo.

Di riflesso, le luci del Meazza potrebbero pure fornire un’opportunità di ragionamento sul marcato – quantomeno limitandosi ad un’osservazione sul ritardo nei punti dell’Inter – divario tra la compagine torinese e i nerazzurri, ponendo in risalto il dislivello e lo squilibrio che hanno sancito, dal 2011 all’odierno tempo, un netto vantaggio juventino sulle vane rincorse della Beneamata. Ovviamente, la tara qualitativa premia Ronaldo & C. e sfiducia il fortino dell’allenatore di Certaldo, in quanto le strali nell’arco di Allegri sono più incisive ed efficaci delle frecce di Spalletti.

Skriniar Ronaldo Juventus Inter

Guardando al parco centrocampisti e a quello attaccanti della Juve, ad esempio, la dinamicità e l’esplosività – sebbene ridimensionate rispetto all’abbondanza di talento del biennio 2015-2016 – del primo sono indiscutibilmente di spessore, e la classe cristallina e la prolificità del secondo hanno concorrenza minima in ambito intercontinentale, malgrado le flessioni evidenziate nel doppio confronto con l’Ajax.

Di contro, la linea mediana dei neroblu assomiglia ad una irrecuperabile convalescente, afflitta da un’instabilità tattica e da una pochezza tecnica – fatta eccezione per Borja Valero e Brozovic – figlie di variazioni di pedine e di disposizioni ai limiti della nevrosi, mentre il versante offensivo è alle prese con le incognite scaturite dall’abulia di Perisic, dalla disgraziata annata di Nainggolan, di Keita e di Candreva, dalle mancanze sotto porta di Politano, e dalle famigerate intemperanze di Icardi, al netto dell’ottima scoperta di Martinez.

Poi, altre componenti determinanti sono l’acutezza e lo spessore dell’apparato societario e dirigenziale della Juventus, seppure l’approdo di Beppe Marotta in Corso Vittorio Emanuele stia ripensando l’organigramma interista e stia infondendo buoni auspici. Pur confermando che l’egemonia imprenditoriale, commerciale, finanziaria, e quindi politica – prima ancora di quella calcistica -, polarizzatasi nell’arco di più d’un Secolo in Italia, quale propaggine della dinastia Agnelli, rappresenti la realtà immunità dei bianconeri, è indiscutibile che l’efficacia operativa e la puntualità d’intervento garantite dai vertici di Corso Galileo Ferraris siano la base dei trionfi bianconeri del recente ottennio.

Ergo, una seria e rigorosa formulazione di uno scacchiere direttivo competente ed abile, in anticipo su qualsivoglia progetto squisitamente tecnico-tattico, è il caposaldo per una strategia vincente e di lunga gittata, e probabilmente è una possibile parafrasi della discrepanza che attualmente intercorre tra Inter e Juventus. Anche se stasera a prevalere dovrà essere la Storia: la riscossa contro il dominio.

piuletto

ESCLUSIVA – Eder: “Juve senza stimoli: Inter, approfittane! Tornerò in Italia. Nazionale? Non ci penso più. Gabigol mi dice…”

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