Focus – il riscatto di Alex Telles, un diritto da trasformare in dovere
Il terzino brasiliano dell'Inter ha dimostrato di essere un giocatore particolare rispetto ai colleghi in rosa, motivo per il quale sarebbe doveroso esercitare il diritto di riscatto previsto dagli accordi col Galatasaray...È arrivato all’Inter da sconosciuto per almeno metà dei tifosi nerazzurri, inserendosi in una squadra, quella di Mancini, passibile di continui stravolgimenti nella formazione titolare, specie per il ruolo di terzino. Alex Telles ha però avuto modo di dimostrare la sua interpretazione della posizione di esterno difensivo, convincendo quasi tutti gli interisti e lasciando perplesso chi, stimandolo, non si spiega la sua assenza dalla formazione titolare. Dopo il periodo d’oro, in concomitanza dei continui schieramenti diversi che facevano impazzire i giornalisti, Mancini sembra aver capito che, per uscire dalla crisi di inizio 2016, occorreva insistere su almeno qualche elemento e un paio di concetti base. Per questo motivo, Kondogbia e Icardi sono stati schierati il più possibile, insieme ad Handanović, alla coppia difensiva e a Gary Medel. Alla luce delle ultime prestazioni, sembra che anche Ivan Perišić possa affermarsi con convinzione tra gli insostituibili, ma sorprende come il terzino brasiliano non appaia ancora nettamente in vantaggio nelle gerarchie del tecnico per il ruolo di terzino.
Nelle sue diciannove presenze (18 in campionato, una in Coppa Italia) Telles ha dimostrato una vena offensiva che difficilmente si è vista a Milano, sponda nerazzurra, negli ultimi anni. A permettergli di rendersi più pericoloso dei suoi colleghi, oltre ad una buona facilità di corsa, è sicuramente la sua tecnica di base, marchio di fabbrica dei migliori terzini brasiliani. Confrontando le occasioni create da lui con quelle propiziate dagli altri terzini, si nota lo spaventoso margine che esiste tra la sua fase di attacco e quella degli altri tre (escludendo Juan Jesus, poichè impiegato sia da centrale sia da terzino).
D’Ambrosio | 3 |
Santon | 4 |
Nagatomo | 5 |
Telles | 25 |
Come dimostra la tabella (coi dati di Squawka.com), Alex Telles ha creato più del
doppio delle occasioni di Nagatomo, Santon e D’Ambrosio messi insieme.
È vero che Telles è stato il terzino più impiegato, con le sue 18 presenze in campionato, ma soltanto nella metà di queste occasioni ha giocato una partita intera, venendo sostituito per sei volte e subentrando dalla panchina per altre tre. In questa Serie A, il brasiliano è stato in campo per 1321 minuti, ovvero ha giocato circa tre partite intere in più di Nagatomo(1028′) e quasi cinque più di D’Ambrosio e Santon (892′ e 889′). Facendo l’esempio del Napoli, Hysaj e Ghoulam hanno giocato entrambi più di 2000 minuti, essendo i due titolari di Maurizio Sarri, e questa è la cifra che Telles dovrebbe aver raggiunto con un impiego maggiore, e degno delle sue qualità. Penalizzarlo in virtà di fantomatiche lacune in fase difensiva sembra altrettanto assurdo: se nelle prime uscite poteva notarsi qualche sbavatura, o meglio un’attitudine a lasciare più spesso la propria metà campo, stiamo comunque assistendo a una maturazione del terzino anche da questo punto di vista. Nelle ultime gare disputate, ha saputo comportarsi bene negli uno contro uno e nelle marcature, soffrendo soltanto il veloce Tello, valorizzato dal gioco della Fiorentina di Sousa, ma salvando anche un gol fatto nella stessa gara.
Parrebbe comunque insensata una sua esclusione per motivi di copertura, quando gli altri terzini non si dimostrano all’altezza del confronto. Nagatomo si è confermato spesso un azzardo, potendo disputare gare perfette come quella contro la Roma (in marcatura su Salah) o prestazioni insufficienti in sequenza. Danilo D’Ambrosio, forte di un ottimo girone di ritorno, sembrerebbe l’indiziato maggiore per il posto da titolare a destra (nonostante il clamoroso assist a Bonucci), ma non a sinistra, dove è stato provato con esiti negativi. Davide Santon, invece, dopo il buon inizio di stagione, è sparito dai radar, per rientrarci con la prestazione scialba del Derby, in cui apparve fuori dal ritmo gara, e con 120 minuti sufficienti nella rimonta di Coppa Italia contro la Juve. Nessuno dei sopracitati avrebbe dunque motivo di strappare a Telles una maglia da titolare che, nel 2016, è arrivata 6 volte su 12, ossia nel 50% dei casi.
Per finire, confrontiamo anche le medie delle azioni difensive e la percentuale di uno contro uno vinti dai quattro terzini. A comandare, per quanto riguarda il primo dato, è sempre Telles, alla pari di Santon, con 5 defensive actions (sempre dai dati di Squawka.com), seguito da Nagatomo e D’Ambrosio con una media di 4. Il re degli uno contro uno è invece, a sorpresa, Yuto Nagatomo, con il 48% di duelli vinti. Dietro di lui, proprio Alex Telles, che vanta il 44%, staccando il 37% di Santon e D’Ambrosio. Insomma, dati alla mano, il brasiliano è abbastanza nettamente il miglior terzino della rosa dell’Inter, ma – a prescindere dai numeri – è evidente anche la sua particolarità, che gli permette di alternare al meglio le due fasi e di offrire sempre una soluzione in più ai compagni in zona. E, ancor prima, a Roberto Mancini.